Mi capita spesso di dare una mano a persone che devono scrivere una tesi, ci sono molte altre risorse in rete sull’argomento, ma a volte sono complesse. Inoltre ogni università propone dei canoni propri, che sono sicuramente da rispettare; quelle che seguono sono comunque indicazioni utili alla scrittura della propria tesi di laurea.
Indicazioni generali
La tesi è un documento scientifico, il linguaggio da utilizzare è di tipo impersonale, ad esempio: si è pensato e non io ho pensato o noi abbiamo pensato.
L’uso di fotografie è sconsigliato, almeno che non rappresentino un aspetto fondamentale; inoltre la stampa delle tesi risulta semplificata (e più economica) quando tutto è predisposto in scala di grigi (così anche per i grafici).
La scrittura della tesi è un atto formale che rappresenta la capacità di scrivere un articolo scientifico, pertanto segue i canoni scientifici presenti in ogni pubblicazione scientifica.
Elenco dei contenuti:
Struttura
La struttura della tesi rispecchia un articolo scientifico e quindi riflette ia struttura tipica delle ricerche scientifiche:
Intestazione (fornita quasi sempre come modello dall’università)
Abstract
- Introduzione (si riportano dati che illustrino l’importanza dell’argomento oggetto di studio, gli studi che sono reperibili in letteratura e qualsiasi cosa possa essere utile a descrivere o analizzare il fenomeno),
- Materiale e metodi (vanno riportati in questa sezione le procedure utilizzate e gli strumenti che si utilizzeranno per raccogliere i dati, garantirne la privacy ed elaborarli, compresi software o strumenti)
- Risultati (si riportano i risultati “illustrandoli” nel testo in modo neutro, senza commentarli)
- Discussione (si utilizzano i risultati per sostenere e portare il ragionamento)
- Conclusioni (si riporta un riassunto dei risultati e delle conclusioni con limiti e ulteriori sviluppi
Appendici
Bibliografia (elenco delle opere citate nel testo)
Abstract, Appendici e Bibliografia non riportano la numerazione, gli altri paragrafi si. Come si può notare non è riportata la tanto desiderata pagina dei ringrazionamenti… in effetti non sarebbe prevista anche se sembra talvolta sembra la preoccupazione maggiore dei laureandi… se proprio vi risulta necessaria potete aggiungerla alla fine in modo discreto (assolutamente non mettere nell’indice!)… se proprio ci tenete a ringraziare qualcuno è sicuramente più elegante stampargli una tesi e regalategliela con una bella dedica scritta di vostro pugno. Diversamente per la dedica che invece va posta nella prima pagina ma anche questa non deve occupare molto spazio, solo poche parole all’insegna dell’essenziale.
Stili e testo
La tesi non è un articolo giornalistico: lo stile da utilizzare è quello formale, impersonale, non si usano “io” o “noi” ma frasi come “è stato possibile osservare …“; non si usano frasi ad effetto come “gli infermieri lasciati a loro stessi si sono prodigati fino all’estremo…” adatti forse a testate giornalistiche ma non ad argomentazioni scientifiche;
Le tesi molto raramente possono accertare la verità, quasi sempre cercano di evidenziare qualche aspetto della realtà in modo abbastanza approssimato; difficile fare ricerche multicentriche in doppio cieco tali da poter fare affermazioni di certezza. Nel linguaggio si riflette in una attenzione a non riportare certezze ("è possibile accertare senza ombra di dubbio che..."), ma nell'essere cauti e riconoscere la propria limitatezza ("è possibile ipotizza che esista un funzionamento di tipo...").
Essendo un testo formale prevede di mantenere uno stile ben preciso (anche se non mi ritengo molto formale, devo dire che l’esperienza di scrivere in un modo molto formale ha un suo fascino):
- Carattere: si usano caratteri indicata per la stampa su carta (con le “grazie”quelle piccole lineette che danno “grazia” ai caratteri, come “Times new roman”, “Palatino” o “Garramond”.
- Dimensione: su utilizzano i caratteri da 12 punti, interlinea 1.5 e testo giustificato
- Testo in evidenza: nei testi scritti in un modo più classico non si utilizza mai il grassetto o il sottolineato: l’unico carattere per evidenziare un testo stampato e il corsivo, che non rende “macchiato” e quindi meno gradevole da leggere il testo.
- Titoli: per questi non vi sono particolari indicazioni (alcune fornite dal sito dell’università) in questo caso si possono utilizzare anche caratteri diversi.
- Testi citati: per le citazioni di brani fedeli all’originale può essere utilizzato un carattere leggermente diverso anche senza grazie, solitamente 1 o 2 punti più piccolo se la citazione è a paragrafo o tra virgolette se è “nel testo”.
- Epigrafi: Sono quelle piccole citazioni che si possono mettere all’inizio di ogni capitolo. Vanno riportati con un carattere leggermente più piccolo,
Citazioni e Bibliografia
Costituiscono una parte molto importante della pubblicazione scientifica, si tratta di elementi correlati: le citazioni nel testo delle opere da cui si prende spunto, che costituiscono i riferimenti bibliografici contenuti nella bibliografia. Si complica un poco perché non esiste un modo univoco di redazione delle citazioni ma differenti “stili“. Prenderemo in esame lo stile Vancouver (utilizzato per le pubblicazioni sull’International Journalof Nursing Sciences) e lo stile APA (American Psicologial Association).
Le CITAZIONI sono note nel testo che rimandano ad una voce della bibliografia (il riferiemtno bibliografico). Si utilizzano per indicare la fonte dalla quale si riporta un pensiero, un concetto, un testo o un riassunto. Indica la provenienza e può essere utile per far riferimento al contenuto di un articolo o di un libro.
La BIBLIOGRAFIA si compone di tutti riferimenti bibliografici riportati nel testo e a seconda dello stile riporta le indicazioni di:
- APA – autore (anno). Titolo, Luogom editore (o rivista; numero: pagine)
- Vancouver – Autore. Titolo, Luogo. Editore, Anno (o rivista. Anno; numero: pagine)
Il modo più semplice di gestire la bibliografia è utilizzare Mendeley Desktop, un software gratuito capace di integrarsi con gli strumenti di Microsoft Word, che offre uno spazio e alcuni struemtni utili alla conservazione degli articoli pdf che costituiscono la nostra bibliografia (possono essere inseriti anche i libri ma conservrli come pdf è limitato dallo spazio a disposizione). L’uso di un programma per la gesione della bibliografia è particolarmente utile quando si spostano o cancellano le citazioni: con il programma la bibliografia viene aggiornata in automatico, senza è necessario riverificare se le voci bibliografiche sono contenute nel testo (e nello stile vancouver anche se sono nel giusto ordine numerico di comparizione). Inoltre avere un database delle proprie letture scientifiche è un buon compagno di studio, non solo per il periodo universiatario ma, si spera, per tutta la vita professionale.
- Per utilizzare Mendeley è necessario registrarsi, scaricare il programma (all’apertura richiederà di istallare il plugin MS Word) e inserire ogni risorsa compilando i campi autore, titolo, anno ecc.. che identificano le pubblicazioni.
- Mentre si scrive con Word, al momento in cui si introduce un concetto frutto di una un articolo (che abbiamo riportato precedentemente in Mendeley) è sufficiente utilizzare il pulsante “Insert or Edit Citation” (menu “Riferimenti”) e scegliere la risorsa corretta, Mendeley poi riporterà tutti iriferimenti utilizzati nella bibliografia.
- Per inserire la bibliografia è sufficiente sceglierem all’interno di word “Insert Bibliography” dagli strumenti mendeley.
- Attraverso la voce “Style:” (nella foto sotto al tasto Open Mendeley) è possibile scegliere lo stile o modificarlo senza preoccuparsi delle regole di scrittura.
è possibile anche utilizzare il gestore bibliografico interno a word ma va considerato che è associato ad uno specifico file. Nel menu “Riferimenti” attraverso la funzione ” Citazioni e bibliografia”.
Elementi Grafici
Grafici illustrazioni e altre rappresentazioni sono consigliati in bianco e nero o in scala di grigi. Rendono la tesi maggiormente leggibile, le conferiscono un aspetto più professionale e scientifico. In generale non si usano elementi grafici che possano essere rappresentato meglio da tabelle o che non creano un vantaggio nella presentazione dei dati.
Solitamente molti considerano necessario inserire i diagrammi a torta con colori e percentuali, se possibili tridimensionali… purtroppo devo deludere quanti pensano che ciò possa aumentare la leggibilità dei dati, la tridimensionalità peggiora l’accuratezza visiva, i colori possono creare effetti ancora peggiori, ed infine i diagrammi a torta talvolta sono un modo scorretto di mostrare i dati. Cercerò di proporre una guida alle varie rappresentazioni possibili:
Tabelle
Le tabelle sono una dei migliori strumenti per la presentazione dei dati, eppure sono sottovalutate. Una tabella può riportare al suo interno un gran numero di dati e mostrarli in modo razionale e organizzato. l’uso ponderato di sfondi chiari e di righe solo dove sono necessarie può renderle anche molto eleganti e accattivanti. MS Excel fornisce anche strumenti grafici con cui evidenziare alcuni valori
Istogrammi
Gli istogrammi permettono di rappresentare le quantità in modo molto chiaro e possono essere utilizzati sia per mostrare differenze tra gruppi che l’evoluzione nel tempo di un determinato valore. Rispetto ai grafici a torta non mostrano proporzioni ma fanno intuire grandezze diverse. E’ possibile inoltre utilizzare diverse serie di dati per poter confrontare ad esempio prima e dopo di diverse misurazioni.
Boxplot
Il Boxplot o diagramma a scatola è uno strumento utile e raffinato per rappresentare dati statistici. La “scatola” rappresenta il 95% della distribuzione mentre il restate 5% viene rappresentato dai “baffi”; dati isolati fuori dal range vengono mostrati con punti isolati. All’interno della scatola è possibile evidenziare con una linea la media, la mediana o la moda della distribuzione. Naturalmente per utilizzare questo diagramma è necessario ricordare alcuni concetti basilari sulla distribuzione dei dati statistici.
I grafici a torta
Hanno ovviamente anche loro molta importanza, soprattutto se sono utilizzati bene, spesso ce ne sono troppi nelle presentazioni o nelle tesi: il loro utilizzo deve essere limitato all’illustrazione di dati significativi… la percentuale di maschi / femmine non sempre è legata al tema centrale, ma purtroppo quasi sempre c’è la torta con celeste e rosa (!)… Inserire un grafico a torta significa portare l’attenzione sul fatto che esiste una distribuzione particolarmente importante per similitudine o per presenza di settori importanti al fine del ragionamento.
Le dispersioni
Il diagramma a dispersione spesso risolve la presentazione di dati in uno spazio che altrimenti sarebbero difficili da visualizzare e inoltre può permetere anche l’abbinamento delle linee di tendenza, una funzione statistica che permette di mostrare l’andamento dei dati
I grafici network
Nella ricerca qualitativa per rendere graficamente la struttura di un insieme di argomenti che sono stati raccolti attraverso focus group, interviste o comunque con materiale qualitativo è possibile avvalersi dell’uso dei grafici network, questi permettono di mostrare le relazioni tra i dati raccolti e, grazie all’uso di algoritmi provenienti dalla teoria dei grafi, alla realizzazione di un modello tridimensionale.
Presentare la tesi: le slide
Le slide per la tesi sono un supplemento importante. La prima funzione alla quale devono assolvere le slide è la chiarezza e fornire un supporto per l’esposizione. Per la loro realizzazione è quindi utile utilizzare un modello senza eccessivi disegni, foto o molte scritte.
Slide eccessivamente piene di testo sono meno belle da vedere anche se va riconosciuto offrono un supporto per il disorientamento ansioso: in caso di paralisi si può sempre leggere. Ad ogni modo una presentazione letta perde buona parte della sua bellezza, fa apparire l’argomento banale e piatto: una presentazione emozionata, che raggiunge velocemente e chiaramente il nucleo del discorso è sempre molto piacevole (e da molta soddisfazione).
Fare le slide è quindi molto facile:
- Scegli un tema semplice con contrasti chiari (bianco e nero non fallisce mai, rosso e blu si confondono sempre).
- Scrivi poco, solo quello che ti è necessario per fissare l’attenzione e mantenere il filo del discorso.
- Usa grafici senza spiegazione (la fornirai a voce).
- Non serve mettere l’ultima slide con i ringraziamenti.
Le slide necessarie sono dunque:
- Titolo
- Introduzione
- Materiale e motodi
- Risultati
- Discussione
- Conclusioni
Non occorrono molte più slide, forse può essere utile aggiungerne una slide in più sulla discussione (la parte più importante non è l’introduzione). Và tenuto presente che su gni slide si puù parlare anche per 10 minuti… il tempo solito per la presentazione va da 20 a 30 minuti…
Altre risorse
Utilizzare software di supporto per la ricerca qualitativa – RQDA – GEPHI