Le buone intenzioni…

di Gabriele Giacomelli.

Questo ciò che fu riportato in un articolo del 1951 da Trist e Bamforth che illustra una scoperta assolutamente controintuitiva della psicologia sociale. L’opinione ingenua ritiene che una buona innovazione, che porta benefici e sicurezza sia quanto di più che i lavoratori attendano dalla propria organizzazione.
Trist e Bamforth appartenevano al Tavistock institute of human relation di Londra, istituzione che aveva ripreso l’illustre eredità della Tavistock clinic dove Bion aveva fondato un modello teorico che avrebbe cambiato per sempre la considerazione verso i gruppi.
Lo studio che fu svolto riguardava l’osservazione di un intervento di innovazione che fu svolto alla fine degli anni ’40 in Inghilterra. L’innovazione della parete lunga (Longwall) fu riguardava l’organizzazione del lavoro nell’industria di estrazione del carbone. Prima dell’introduzione di tale metodica i vari gruppi di lavoro provvedevano ad un intero ciclo di lavorazione (dall’istallazione delle attrezzature fino al trasporto del carbone estratto): il nuovo metodo prevedeva invece l’uso di equipe specializzate per ogni fase del lavoro, facendo risparmiare ai lavoratori fatica aumentandone anche l’efficienza.

Stupì che a tale miglioramento i lavoratori risposero con un aumento delle malattie e dell’assenteismo. Il problema della nuova tecnologia era che aveva distribuito i lavoratori su una parete troppo lunga (circa 200 metri), il che portava alla disgregazione lo spirito di corpo dei gruppi lavorativi: l’alterazione dei rapporti sociali informali aveva reso infruttuosi (anzi dannosi) gli sforzi di miglioramento delle condizioni lavorative e di produzione.

Da questa riflessione ha avuto origine la concezione dei sistemi lavorativi come “sistemi socio-tecnici”. In sostanza indica che un interveno che non consideri l’impatto sociale ha buone possibilità di risultare inefficace o anche dannoso. Gli interventi della psicologia delle organizzazioni possono essere importanti come quelli di un ingegnere che si occupi di identificare le specificità di un terrreno dove si è deciso di costruire una casa; questo non discute la forma esteriore (entro certi limiti) ma sicuramente farà in modo di adeguare le strutture alle esigenze del contesto… Nessuno si sognerebbe di costruire una casa in un terreno paludoso senza consultare un buon ingegnere, ma pochi si preoccupano di informarsi circa le difficoltà che potrebbe manifestare un gruppo sociale investito di una nuova organizzazione. Quasi come se il terreno fosse più complicato delle persone…

Bibliografia:

Trist, E. L., & Bamforth, K. W. (1951). Some Social and Psychological Consequences of the Longwall Method. Human Relations, 4(3), 3–38.